Il lavoratore ha diritto a non essere trasferito anche se la disabilità non è grave

Con una recentissima sentenza ( n. 9201 del 7/6/2012) la Cassazione ha affermato il principio secondo il quale il lavoratore ha diritto a non essere trasferito ad altra sede di lavoro anche quando la disabilità del familiare non è grave, risultando la sua inamovibilità dalla cura e dall’assistenza che il lavoratore presta al familiare disabile con lui convivente.

In ogni caso, ciò vale sempre che il datore di lavoro non riesca a provare la presenza di specifiche esigenze datoriali che, in un equilibrato bilanciamento tra i vari interessi, risultino effettive, urgenti e insuscettibili di essere soddisfatte in altro modo.

Mediante tale sentenza la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un lavoratore contro la sentenza del giudice d’appello che aveva respinto la sua domanda volta ad impugnare iltrasferimento presso un’altra sede lavorativa da lui ritenuta troppo lontana per poter assistere il fratello disabile.

La Suprema Corte ha dunque evidenziato come sia centrale il ruolo della famiglia nell’assistenza del disabile e come occorra bilanciare gli interessi in modo da valorizzare e privilegiare le esigenze del lavoratore che sia parte di una famiglia nell’ambito della quale vi sia una persona con disabilità; come, invece, occorra riconoscere un onere rafforzato in capo al datore di lavoro per ciò che concerne le esigenze lavorative.

 

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