CIAO BUD

Da campione di nuoto ad attore che con Terence Hill ha creato una coppia comica famosa in tutto il mondo. La parabola artistica e umana di un uomo buono, scomparso a 86 anni circondato dall’affetto dei suoi cari.

Il nome Bud lo aveva preso dalla sua birra preferita. Il cognome Spencer dall’attore più amato, Spencer Tracy. Insieme, Bud Spencer è stato e resterà il gigante buono che fa ridere milioni di bambini e non solo in tutto il mondo. L’attore napoletano scomparso a 86 anni (si chiamava in realtà Carlo Pedersoli), a dispetto di una critica che lo ha sempre poco considerato, con il suo sodale e amico Terence Hill è sempre stato amatissimo in tutto il mondo.

Era il mio attore preferito anche perchè, d’altronde, non sono mai cresciuto e gli unici film che guardo sono solo i suoi; passione che ho trasmesso e condivido con mio figlio Antonio (possiedo tutta la collana in dvd dei suoi film).

La prima volta che ho visto un film di Bud Spencer e Terence Hill è stata (come credo gran parte dei ragazzi della mia età) all’oratorio: ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO!! Rimasi talmente colpito e divertito  che al ritorno a casa contagiai anche i miei genitori che, spinti dalla curiosità, alla prima comparsa in tv di un loro film non esitarono a goderselo e ridere, ridere, ridere.

Diventò così un’abitudine che ogni qualvolta veniva trasmesso un film con questi due si dovesse cenare prima per poi concentrarsi su quel momento sacro: Quindi si iniziava a ridere. Ricordo che lo facevamo in maniera chiassosissima, a volte ridevo così tanto rischiando di soffocare.

Faceva parte della mia famiglia il signor Pedersoli, anche se a casa mia (in carne ed ossa) non aveva mai messo piede. Eppure per me, che non mi vergogno di dire che oggi lo piango, era come uno zio. Anzi, era proprio lo zio preferito.

E sono sicuro che questo vuoto grande che lascia portandosi via la mia infanzia, l’infanzia delle liquirizie, dei popcorn non è solo mio ma è di tutti quelli che sono stati bambini assieme a me da Tuili a Trieste. Di tutti quelli che ridevano rischiando di soffocare con una rotella di liquirizia a metà strada tra le mani e la gola, di tutti quelli che anche oggi, a 46 anni suonati si fermavano ancora facendo zapping sull’improbabile Bambino, su Piedone, sull’Uomo del Mistero… Ovunque ci fosse una faccia barbuta pronta a fare giustizia per i più deboli a colpi di pugni a martello. Quelli dati dall’alto in basso con la faccia scocciata, tipo: “Ma perché insisti che poi finisce che le prendi?”.

È stato lo zio di tutti i bambini d’Italia quest’uomo grande e grosso. Ci ha coccolato e rassicurato infondendoci la certezza che alla fine i buoni vincono sempre. Ci ha un po’ fregato, in effetti, ma conta poco: gli zii, quelli buoni intendo, non hanno il dovere della verità, a loro spetta il compito dell’affetto. E lui non ne è stato parco. Con lui ridevamo tutti. Ridevamo di quando giurava a Terence Hill che mai più lo avrebbe aiutato, ma era il suo amico e anche se lo faceva arrabbiare gli amici mica si lasciano nelle pesche. Ci faceva ridere e ci insegnava a non tradire mai chi crede in noi, chi ha bisogno di noi. Altro che chiacchiere e umanesimo, lì erano pugni e umanità.

Con lui ridevamo scoprendo che anche i cattivi più cattivi avevano le loro goffaggini, che non erano invincibili. Con lui ridevamo e crescevamo convinti che da qualche parte esistesse per tutti noi uno zio che assomigliava a un gigante, che aveva la barba e gli occhi piccoli, a fessura, la voce grossa e il sorriso largo. Crescevamo sereni nella certezza che si sarebbe sempre fatta giustizia. Che la vita è così: alla fine i cattivi finiscono buttati in un fiume o piantati in terra da un sonoro pugno in testa. E i buoni vincono sempre.

Oggi che siamo grandi e abbiamo imparato che ci sono cattivi inarrestabili e che i pugni a martello devi essere parecchio alto per saperli dare con un discreto risultato, continuiamo a indugiare un po’ più del dovuto quando su Rete 4 passano uno dei film che aveva questo zio gigantesco come protagonista.
Perché anche se siamo grandi e abbiamo scoperto la verità, ogni tanto, è bello far finta di non averla mai conosciuta.

Era bello quando eravamo piccoli e Bud Spencer piazzava ceffoni ai prepotenti. Era bello anche essere grandi con nel cuore, nascosta in fondo in fondo, la sicurezza che da qualche parte lui ci fosse ancora.
Per questo oggi che non c’è più e ci scopriamo definitivamente adulti, senza più lo zio grande e buono a difendere il nostro passato, abbiamo tutti gli occhi lucidi. Perché siamo tutti un po’ più soli, un po’ più spaventati: la mamma e il babbo invecchiano, gli zii se ne vanno e a noi non rimane che accettarne le rughe o salutarne le tombe. È la vita, ma nessuno, al cinema, ci aveva detto che era così.

“Con te abbiamo riso. Con te siamo diventati grandi. Con te ci siamo sempre sentiti al sicuro. Ci mancherai tantissimo, CIAO BUD” !!!!

 

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