Il Piano Didattico Personalizzato (PDP): cosa è e come funziona

Il PDP, Piano Didattico Personalizzato, è lo strumento che riporta il progetto educativo dedicato allo studente che ha difficoltà di apprendimento: è un documento dettagliato preparato dagli insegnanti che ricevono una diagnosi di DSA o altro disturbo dell’apprendimento fatta da uno specialista del Servizio Sanitario Nazionale o di una struttura accreditata, oppure da uno specialista privato.

Il PDP è un documento ufficiale per l’apprendimento e il successo scolastico dello studente con DSA: definisce il rapporto tra la scuola, i genitori e le figure che seguono lo studente nelle attività di recupero e riabilitazione indicando tutti gli interventi necessari – in particolare gli strumenti compensativi  – per arrivare al successo scolastico, cioè agli stessi obiettivi di apprendimento di tutti i suoi compagni.

È importante ricordare che un bambino o ragazzo con DSA ha capacità cognitive nella norma ma ha bisogno di un percorso di apprendimento individualizzato e personalizzato; il PDP è lo strumento che certifica e riflette il suo percorso scolastico alla luce dei provvedimenti pensati e attuati per lui: per questo motivo, il PDP è un documento che negli anni viene aggiornato e rivisto alla luce dei progressi e del cambiamento dei bisogni del singolo studente.

E’ il consiglio di classe dello studente o degli studenti che hanno ricevuto una certificazione di DSA che si fanno carico di redare il PDP: lo stesso consiglio può anche chiedere il supporto del referente DSA d’istituto, insegnante che ha una formazione specifica sui DSA e fornisce supporto ai colleghi su normativa, strategie e strumenti utilizzabili ma non opera in loro vece, anzi, promuove l’autonomia e l’iniziativa nella gestione del bambino o ragazzo con diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento.

Anche la famiglia e gli esperti esterni sono coinvolti nella redazione del PDP per fornire tutte le informazioni e gli elementi necessari a renderlo più completo e utile possibile.

Quando parliamo di famiglia, includiamo anche lo studente stesso che deve conoscere e capire cosa può fare la scuola per le sue necessità e fornire anche il suo punto di vista: lo studente ha un ruolo attivo anche nella decisione di adottare uno strumento compensativo del quale capisce e conosce l’importanza ma che, per esempio, in un momento particolare della sua vita scolastica ancora non ritiene di usare in classe, magari per avere tempo di parlare della sua dislessia o altra difficoltà con i suoi compagni.

Lo studente deve sapere cosa accade attorno a lui e non subire le decisioni prese per lui da tutte le figure coinvolte nella sua formazione e percorso scolastico.

Tutte le altre figure (clinico privato, pedagogista, tecnico dell’apprendimento, operatore di doposcuola…) hanno un ruolo importante nella redazione del PDP: in genere lavorano in sessioni individuali o in piccolo gruppo con il ragazzo e possono avere delle informazioni rilevanti sulle sue cadute dell’apprendimento e sui suoi punti di forza, informazioni che aiutano a scrivere un PDP davvero rispettoso delle caratteristiche di apprendimento dello studente.

La famiglia partecipa alla presentazione del PDP (anche insieme a esperti esterni, se la scuola ne ammette la presenza), lo firma e lo usa per collaborare con la scuola e per condividerlo con tutti gli specialisti esterni, sempre in ottica di collaborazione e condivisione per sostenere l’apprendimento dello studente.

Il momento della presentazione, in genere in orario extrascolastico, può essere di durata variabile e dipende anche dal grado di partecipazione attiva della famiglia alla redazione del PDP: più il contenuto è già noto e condiviso, più semplice e breve sarà il momento riservato alla presentazione del documento per arrivare alla firma e quindi a convalidarlo.

Un PDP redatto dettagliato potrebbe richiedere alla famiglia un po’ di tempo per leggerlo, anche con l’aiuto di uno specialista che segue il ragazzo. I familiari possono chiedere il PDP in visione prima di firmarlo e ottenere il tempo necessario per studiarlo e sottoporlo agli specialisti di fiducia.

IL PDP firmato è dunque il documento che consente di attivare tutte le misure previste e indicate al suo interno: per questo motivo, la famiglia deve leggerlo con cura per approvarne il contenuto, e può chiedere alla scuola di modificarlo prima di firmarlo mettendo per iscritto le modifiche e le integrazioni richieste.

Se non si arriva all’approvazione del PDP e la famiglia rifiuta di firmarlo, la scuola può solo attenersi al “rispetto delle diversità individuali”.

La scuola può comunque chiedere e conservare la motivazione sostenuta dalla famiglia che rifiuta di firmare il PDP: lo stesso vale per la famiglia che rifiuta da subito l’adozione di un PDP pur in presenza di diagnosi, PDP che la scuola può e deve comunque scrivere.

La famiglia che ha consegnato e protocollato la diagnosi di DSA ha diritto e dovere di sollecitare la redazione del PDP se questo non viene redatto entro i tre mesi previsti per legge, in qualsiasi momento dell’anno rispetto alla consegna della diagnosi: la famiglia può rivolgersi al coordinatore di classe, al referente DSA e, se è il caso, anche al dirigente scolastico per chiedere la redazione del PDP.

Gli insegnanti preparano il PDP all’inizio di ogni anno scolastico, entro il primo trimestre, o nel corso dell’anno, non appena la famiglia consegna la diagnosi alla scuola: le Linee Guida 2011 che riguarda proprio la documentazione dei percorsi didattici, indica con chiarezza che la scuola deve predisporre i documenti utili “in tempi che non superino il primo trimestre scolastico”.

Se la diagnosi non c’è, i docenti possono comunque preparare il PDP motivando la loro decisione di personalizzare la didattica.

Nel corso dell’anno scolastico, insegnanti e famiglia possono rivedere e modificare il PDP in qualsiasi momento ce ne sia bisogno per adeguarlo alle necessità dello studente, tenendo conto dei suoi miglioramenti e identificando di volta in volta la strategia e gli strumenti più adatti a lui.

Un esempio concreto è il caso di uno studente in difficoltà nel contesto classe, che non vuole ancora utilizzare uno strumento compensativo o altra misura e ha bisogno di tempo per comunicare il suo disturbo e introdurre lo strumento: quando la decisione arriva, il PDP può essere modificato per includere lo strumento e adeguarsi alle nuove condizioni di vita nel contesto della classe dello studente con diagnosi di DSA.

Scuola e famiglia, se vogliono, possono anche concordare a inizio anno degli incontri per il controllo e l’eventuale revisione del PEI, in funzione delle esigenze personali.

Quando nascono delle difficoltà, i genitori possono chiedere spiegazioni al referente DSA o al dirigente scolastico: uno dei motivi che giustificano la revisione del PDP è proprio il cambio dei docenti e la richiesta a quelli nuovi di inserire le loro strategie, aggiornando di fatto il documento come previsto dalla legge 170.

 

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